Più di una volta, fra podcast e newsletter, ho avuto modo di parlare del mio rapporto con la situazione in Terrasanta. Sostanzialmente è un rapporto “interlocutorio”, dal momento che non mi ritengo sufficientemente informato e che trovo che sia una situazione troppo complessa e stratificata per poter prendere una posizione netta e irrevocabile. Al tempo stesso condanno l’uso del termine “genocidio” per indicare ciò che sta avvenendo, e sono lieto che la mia opinione sia condivisa anche dalla senatrice Segre, che un genocidio vero l’ha vissuto letteralmente sulla sua pelle.
Quindi, c’era davvero bisogno di una newsletter in più su questo tema? Probabilmente non del tutto, non aggiungo davvero qualcosa a ciò che ho già detto, ma per e è importante fissare le idee anche alla luce di cose ceh ho avuto l’occasione di ascoltare di recente.
Partiamo proprio da queste: se mi seguite da qualche tempo sapete che sono un appassionato fruitore di podcast, fra questi ascolto con piacere le produzioni di WebRadio Scout. Un episodio di questo podcast proponeva un intervento di Roberto Cociancich proprio sulla situazione in Terrasanta. Ho apprezzato quell’episodio per un fattore che trovo tristemente inaspettato: l’equilibrio. Quando si parla di questo argomento, infatti, si incontra quasi sempre una fortissima polarizzazione che porta ad accettare acriticamente tutto ciò che una parte fa e a denigrare acriticamente l’altra. Nelle parole di Roberto, invece, non si sentivano questi due opposti estremismi, che avevano invece lasciato il posto a una visione meno ideologica. Fra le tante considerazioni fatte erano presenti anche alcuni fatti meno noti e sicuramente meno riportati in occidente, per esempio il fatto che la popolazione palestinese (da non confondersi con Hamas) sia tendenzialmente più occidentalizzata di altre realtà arabe anche in cose come la condizione femminile. Conoscere e accettare cose di questo genere, da una parte come dall’altra, aiuta a farsi un’idea più completa e a dare pareri più informati e giustificati.
Essere equilibrati nell’esprimere un parere, tra l’altro, non significa essere equidistanti. Al contrario, significa saper valutare con attenzione ogni cosa che avviene per prendere parte contro le ingiustizie di ogni fazione; così è lecito condannare duramente l’eccidio del 7 ottobre, che non può essere giustificato da nulla, e allo stesso tempo essere fermamente contrari alla durezza della risposta messa in campo dal governo israeliano.
Di sicuro venire a conoscenza di queste informazioni mi rende ancora più consapevole di quanto sia profonda la mia ignoranza in tema di rapporti israelo-palestinesi, ma mi dà anche ragioni in più per considerare corretto il mio approccio.
Avendo purtroppo saltato un’uscita della newsletter ho due episodi di Epsilon da segnalarvi, uno sull’importanza di partecipare alle consultazioni referendarie, in particolare in tema di legge elettorale e una sulla famigerata domanda “in un bosco preferiresti incontrare un uomo o un orso?”.